Riprogettare la luce con un approccio rigoroso degli spazi, garantendo la fruibilità degli spazi riqualificati.
Pregevole opera del celebre architetto Giuseppe Piermarini, venne rimaneggiata nel corso dell’Ottocento da Pelagio Palagi, conobbe all’inizio del Novecento anche piccoli interventi ad opera di Luca Beltrami. Ospitò nel corso della sua lunga storia personaggi di grande rilievo come re Ferdinando IV di Napoli e Umberto I d’Italia.
La origini della villa sono da ricondurre probabilmente al XVI secolo quando i conti di Rho possedevano a Desio una villa di campagna che nel secolo successivo venne requisita dalla Regia Camera di Milano insieme con le loro proprietà e venduta dal governo al marchese Ottavio Cusani nel 1651. Trovandosi allora in aperta campagna, l’abitazione venne sfruttata dai Cusani come residenza di villeggiatura, mentre continuarono ad abitare come residenza ufficiale il noto Palazzo Cusani di Milano.
I Cusani convennero a ogni modo che era necessario ingrandire il possedimento per farne un’abitazione degna della loro levatura sociale e per questo scopo acquisirono tra fine Seicento e inizio Settecento diversi immobili nelle vicinanze.
Alla morte di Ferdinando Cusani nel 1805, gli succedette il figlio Luigi che, a causa dei numerosi debiti di gioco contratti, fu costretto a vendere la villa all’avvocato e ricco possidente Giovanni Traversi già nel 1817.
La famiglia Traversi, nel 1835, diede inizio ai lavori di trasformazione dell’intero complesso, diretti dall’architetto Pelagio Palagi, terminati esteriormente nel 1846 con la creazione delle monumentali facciate ripartite in tre ordini con colonnato e frontone a timpano verso il parco. Palagi si preoccupò essenzialmente di conservare intatto il corpo residenziale centrale della villa, di cui risistemò solo alcuni ambienti del pian terreno. Demolì invece completamente le ali laterali che conferivano alla villa il classico schema a U settecentesco, ricostruendole più allungate e in posizione maggiormente arretrata, così da aumentare le dimensioni del cortile rispetto alla cancellata in ghisa. Fu lui a sfruttare gli ambienti dell’attiguo ex convento di San Francesco a scopo museale e a costruirvi la torre neogotica che da lui prende il nome, ispirata alla torre campanaria dell’Abbazia di Chiaravalle.
Alla morte dell’avvocato Traversi, avvenuta nel 1854, il complesso passò al nipote, Giovanni Antona Cordara, il quale, per ricordare il munifico zio, con regio decreto del 27 febbraio 1856 assunse il cognome Antona Traversi. el 1900 tutta la proprietà passò per volontà testamentarie al genero di Giovanni Traversi, Tommaso Tittoni, allora prefetto di Perugia, il quale diverrà in seguito deputato al parlamento e senatore del Regno d’Italia, diplomatico, Presidente del Consiglio in epoca giolittiana e ministro degli esteri. Fu lui a commissionare l’ultimo intervento strutturale sulla villa, affidato al noto architetto Luca Beltrami che finì il monumentale scalone che portava ai piani superiori.
Con lui la villa ritrovò un periodo di nuovo splendore grazie ai numerosi convegni diplomatici che qui si tennero per volontà del suo nuovo proprietario; furono molteplici le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo.
l 31 ottobre 1944 la villa divenne sede del 3º Gruppo caccia “Francesco Baracca” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicanadella Repubblica Sociale Italiana.
Nel dopoguerra fu donata all’Istituto Saveriano per le Missioni Estere di Parma che adibì l’edificio a seminario per i propri studenti, inaugurando nel contempo un periodo di grave decadenza del complesso. Nel 1948 il parco venne smembrato a privati e parte delle secolari piante che in esso si trovavano vennero abbattute per ricavarvi legname, questo sino all’intervento del comune di Desio che lo acquistò nel 1952 per adibirlo a parco pubblico.
Nel 1975 anche la villa venne acquistata del Comune di Desio che ancora oggi ne è proprietario e attualmente vi accoglie la biblioteca comunale e un museo dedicato all’artista milanese Giuseppe Scalvini. Il 7 novembre 1993 il complesso venne colpito da un grave incendio che devastò il salone, provocando il crollo di volte e solai e rendendo necessari nuovi lavori di restauro alla villa.
Le sale interne al piano terra sono frutto delle ristrutturazioni ottocentesche commissionate dai Traversi al Palagi e si presentano oggi variamente decorate in stile eclettico: s’incontrano il neoclassico, il neogotico, il barocco e persino il moresco. Rilevanti sono i pavimenti a mosaico.
La Sala Neogotica è contraddistinta da una decorazione con motivi scultorei in legno tratti dal repertorio dell’arte gotica assieme ad aggiunte fantasiose e divertenti come la presenza di figure di topi che camminano lungo le pareti. Il soffitto è affrescato col motivo delle quattro stagioni, con al centro il dio Pan. Il pavimento, sempre a mosaico, è decorato con scene di caccia e citazioni tratte da Ovidio sulla vita di campagna. Alle finestre si trovavano un tempo preziosi vetri decorati realizzati da Giuseppe Bertini che rappresentavano i grandi poeti italiani come Dante e Petrarca e le donne che li ispirarono come Beatrice e Laura appunto. Tali vetrate sono oggi conservate al Museo Poldi Pezzoli di Milano. La sala aveva la funzione di sala da pranzo riservata per la famiglia.
La Sala moresca, progettata e realizzata dallo scultore Sidoli, è realizzata interamente in legno intagliato e sul soffitto presenta una scritta in arabo senza senso, con uno scopo meramente decorativo. In questa sala venne deciso il protettorato dell’Albania da parte del Regno d’Italia e l’accordo venne siglato dallo stesso Tittoni.
Il piano superiore, invece, è rimasto immutato dal progetto predisposto dal Piermarini, con soffitti a stucchi e affreschi di stile rococò.
Interessante si presenta anche la cappella privata della villa, dedicata a San Francesco e risalente al XVIII secolo, con decorazioni a stucco e pitture ad encausto dei fratelli Gerli.
Pregevole opera del celebre architetto Giuseppe Piermarini, venne rimaneggiata nel corso dell’Ottocento da Pelagio Palagi, conobbe all’inizio del Novecento anche piccoli interventi ad opera di Luca Beltrami. Ospitò nel corso della sua lunga storia personaggi di grande rilievo come re Ferdinando IV di Napoli e Umberto I d’Italia.
La origini della villa sono da ricondurre probabilmente al XVI secolo quando i conti di Rho possedevano a Desio una villa di campagna che nel secolo successivo venne requisita dalla Regia Camera di Milano insieme con le loro proprietà e venduta dal governo al marchese Ottavio Cusani nel 1651. Trovandosi allora in aperta campagna, l’abitazione venne sfruttata dai Cusani come residenza di villeggiatura, mentre continuarono ad abitare come residenza ufficiale il noto Palazzo Cusani di Milano.
I Cusani convennero a ogni modo che era necessario ingrandire il possedimento per farne un’abitazione degna della loro levatura sociale e per questo scopo acquisirono tra fine Seicento e inizio Settecento diversi immobili nelle vicinanze.
Alla morte di Ferdinando Cusani nel 1805, gli succedette il figlio Luigi che, a causa dei numerosi debiti di gioco contratti, fu costretto a vendere la villa all’avvocato e ricco possidente Giovanni Traversi già nel 1817.
La famiglia Traversi, nel 1835, diede inizio ai lavori di trasformazione dell’intero complesso, diretti dall’architetto Pelagio Palagi, terminati esteriormente nel 1846 con la creazione delle monumentali facciate ripartite in tre ordini con colonnato e frontone a timpano verso il parco. Palagi si preoccupò essenzialmente di conservare intatto il corpo residenziale centrale della villa, di cui risistemò solo alcuni ambienti del pian terreno. Demolì invece completamente le ali laterali che conferivano alla villa il classico schema a U settecentesco, ricostruendole più allungate e in posizione maggiormente arretrata, così da aumentare le dimensioni del cortile rispetto alla cancellata in ghisa. Fu lui a sfruttare gli ambienti dell’attiguo ex convento di San Francesco a scopo museale e a costruirvi la torre neogotica che da lui prende il nome, ispirata alla torre campanaria dell’Abbazia di Chiaravalle.
Alla morte dell’avvocato Traversi, avvenuta nel 1854, il complesso passò al nipote, Giovanni Antona Cordara, il quale, per ricordare il munifico zio, con regio decreto del 27 febbraio 1856 assunse il cognome Antona Traversi. el 1900 tutta la proprietà passò per volontà testamentarie al genero di Giovanni Traversi, Tommaso Tittoni, allora prefetto di Perugia, il quale diverrà in seguito deputato al parlamento e senatore del Regno d’Italia, diplomatico, Presidente del Consiglio in epoca giolittiana e ministro degli esteri. Fu lui a commissionare l’ultimo intervento strutturale sulla villa, affidato al noto architetto Luca Beltrami che finì il monumentale scalone che portava ai piani superiori.
Con lui la villa ritrovò un periodo di nuovo splendore grazie ai numerosi convegni diplomatici che qui si tennero per volontà del suo nuovo proprietario; furono molteplici le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo.
l 31 ottobre 1944 la villa divenne sede del 3º Gruppo caccia “Francesco Baracca” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicanadella Repubblica Sociale Italiana.
Nel dopoguerra fu donata all’Istituto Saveriano per le Missioni Estere di Parma che adibì l’edificio a seminario per i propri studenti, inaugurando nel contempo un periodo di grave decadenza del complesso. Nel 1948 il parco venne smembrato a privati e parte delle secolari piante che in esso si trovavano vennero abbattute per ricavarvi legname, questo sino all’intervento del comune di Desio che lo acquistò nel 1952 per adibirlo a parco pubblico.
Nel 1975 anche la villa venne acquistata del Comune di Desio che ancora oggi ne è proprietario e attualmente vi accoglie la biblioteca comunale e un museo dedicato all’artista milanese Giuseppe Scalvini. Il 7 novembre 1993 il complesso venne colpito da un grave incendio che devastò il salone, provocando il crollo di volte e solai e rendendo necessari nuovi lavori di restauro alla villa.
Le sale interne al piano terra sono frutto delle ristrutturazioni ottocentesche commissionate dai Traversi al Palagi e si presentano oggi variamente decorate in stile eclettico: s’incontrano il neoclassico, il neogotico, il barocco e persino il moresco. Rilevanti sono i pavimenti a mosaico.
La Sala Neogotica è contraddistinta da una decorazione con motivi scultorei in legno tratti dal repertorio dell’arte gotica assieme ad aggiunte fantasiose e divertenti come la presenza di figure di topi che camminano lungo le pareti. Il soffitto è affrescato col motivo delle quattro stagioni, con al centro il dio Pan. Il pavimento, sempre a mosaico, è decorato con scene di caccia e citazioni tratte da Ovidio sulla vita di campagna. Alle finestre si trovavano un tempo preziosi vetri decorati realizzati da Giuseppe Bertini che rappresentavano i grandi poeti italiani come Dante e Petrarca e le donne che li ispirarono come Beatrice e Laura appunto. Tali vetrate sono oggi conservate al Museo Poldi Pezzoli di Milano. La sala aveva la funzione di sala da pranzo riservata per la famiglia.
La Sala moresca, progettata e realizzata dallo scultore Sidoli, è realizzata interamente in legno intagliato e sul soffitto presenta una scritta in arabo senza senso, con uno scopo meramente decorativo. In questa sala venne deciso il protettorato dell’Albania da parte del Regno d’Italia e l’accordo venne siglato dallo stesso Tittoni.
Il piano superiore, invece, è rimasto immutato dal progetto predisposto dal Piermarini, con soffitti a stucchi e affreschi di stile rococò.
Interessante si presenta anche la cappella privata della villa, dedicata a San Francesco e risalente al XVIII secolo, con decorazioni a stucco e pitture ad encausto dei fratelli Gerli.
Molte difficoltà, poca infrastruttura impiantistica esistente e vincoli storico architettonici hanno richiesto una progettazione puntuale, rigorosa e attenta della luce, con attenzione all’ambiente esistente
Intervenire su un edificio storico e vincolato è particolarmente complesso.
Riqualificare l’edificio con nuovi impianti di illuminazione al fine di ottenere funzionalità, estetica e rispetto del sito storico.
Se da una parte la conservazione rigorosa dell’edificio è stata un vincolo progettuale, dall’altra parte esisteva la necessità di garantire tutti i confort illuminotecnici per la fruizione degli spazi
- Edificio storico vincolato
- Sale da adibire a spazi polifunzionali
- Approccio estetico ed intervento poco invasivo
Amministrazione comunale di Desio (MB)